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PARTE DA GENOVA LA CAMPAGNA PER COMBATTERE LA CARENZA DI IODIO NEI BAMBINI
A Genova è stato presentato il : Progetto Italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria, promossa su iniziativa di SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, presieduta dal professor Mohamad Maghnie, Responsabile Unità Operativa di Endocrinologia clinica e sperimentale dell’Istituto Giannina Gaslini e Presidente SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.
L’iniziativa prevede l’organizzazione di dieci incontri educazionali in alcune scuole primarie e dell’infanzia delle città di Genova, Torino, Milano, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Potenza, Bari e Cagliari e una serie di incontri formativi a favore della classe medica da ottobre 2014 a maggio 2015.
“La persistente diffusione della carenza iodica in Italia, anche nelle zone costiere, confermata dai nuovi dati dell’Istituto Superiore della Sanità e la mancanza di informazione non solo da parte della cittadinanza ma anche da parte della classe medica” - spiega il Professor Mohamad Maghnie – “ci hanno indotti a promuovere una Campagna di Informazione e di Educazione alla Salute Infantile trasversale, che coinvolga quindi sia la cittadinanza, a partire dalle giovani donne, che la classe medica. Un’iniziativa al tempo stesso pratica, in grado cioè di fornire indicazioni concrete e di uso quotidiano. In questo modo, ci proponiamo di sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica sull’importanza di un consumo adeguato di iodio, correggerne lo stile di vita alimentare e prevenire disturbi e patologie. L’assunzione insufficiente di iodio, in particolare da parte delle donne in gravidanza, dei neonati e di tutti i soggetti in età evolutiva può essere la causa di un deficit intellettivo e cognitivo”.
Nuovi dati Istituto Superiore di Sanità: carenza di iodio in bambini, future mamme e neonati
I dati di vendita indicano che circa il 55% di tutto il sale venduto presso la grande distribuzione è sale iodato,mentre la percentuale di vendita di sale iodato nella ristorazione è pari alla metà. Critica è la situazione nell’industria alimentare solo il 7% di tutto il sale utilizzato è iodato.
Le conseguenze della carenza nutrizionale di iodio costituiscono ancora oggi un grave problema sanitario e sociale. Si stima infatti che circa il 29% della popolazione mondiale sia ancora esposta alla carenza di iodio, mentre in Italia circa il 12% della popolazione è affetta da gozzo. Con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo è stata analizzata la ioduria, ovvero la concentrazione di iodio in campioni di urine di bambini in età scolare. I dati raccolti negli ultimi tre anni hanno mostrato che solo in tre Regioni, tra cui la Liguria, è stato raggiunto un adeguato apporto di iodio. ..
Gli incontri educazionali nelle scuole
Gli eventi educazionali nelle scuole prevedono l’intervento di un team di pediatri della SIEDP, oltre che di rappresentanti delle scuole e dei Comuni coinvolti che illustreranno ad alunni e relativi genitori l’importanza del consumo di alimenti ricchi di iodio, a partire dal sale iodato, e ne promuoveranno l’assunzione costante. In più, sarà somministrato un questionario a bambini e genitori per verificare la conoscenza della problematica, acquisire informazioni sulle abitudini alimentari in termini di assunzione di iodio, a scuola e a casa. Con l’obiettivo di promuovere il consumo adeguato di sale iodato, di pesce di mare e di latte, ma anche di prodotti contenenti iodio. Inoltre sono state realizzate una locandina ed una brochure che saranno distribuite in occasione degli incontri.
“I deficit cognitivi della carenza di iodio nei bambini possono essere almeno in parte prevenuti – spiega il Professor Mohamad Maghnie – con un’assunzione supplementare di questa preziosa sostanza durante la gravidanza. Dati recenti, frutto di diversi studi scientifici dimostrano che l'assunzione di iodio nelle donne in gravidanza assicura al lattante un adeguato apporto nutrizionale di iodio. Un risultato che suggerisce la necessità di sensibilizzare tutte le giovani donne, ed in particolare quelle in gravidanza
“La principale fonte di iodio per l'organismo umano è quella dietetica – continua il Professor Mohamad Maghnie – contengono iodio, infatti, gli alimenti di origine animale quali pesce di mare, uova e latte.
Iodio: in Liguria bambini piu’ intelligenti
Buone notizie per i bambini liguri: non presentano le carenze iodiche diffuse in molte Regioni italiane ma il gozzo è ancora troppo diffuso. Tra le cause il consumo limitato di sale iodato utilizzato da poco più della metà della popolazione.
Sono alcuni dei risultati dell’Attività di monitoraggio del programma nazionale per la prevenzione dei disordini da carenza iodica dell’Istituto Superiore di sanità illustrati in occasione della presentazione della Campagna Sociale di Informazione ed Educazione alla Salute Infantile: Progetto italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria.
Lo studio dell’Università di Genova
Per valutare l’impatto dell’entrata in vigore della Legge n. 55/2005 relativa alla Iodoprofilassi, l’Osservatorio Regionale della Liguria ha condotto un’indagine per valutare il consumo di sale iodato, e la frequenza del gozzo (aumento di volume e/o nodularità della tiroide). Tra il 2008 e il 2010 sono stati esaminati 1.238 alunni della scuola secondaria di primo grado (11-16 anni), corrispondenti a circa l’84% del totale della popolazione scolastica residenti in due aree circoscritte della Regione. Il 75% proveniva da un’area costiera, cittadina, e il 25% da una montuosa. Le due aree erano tra loro contigue ma ben differenziabili dal punto di vista geografico e socio-economico.
Gli studenti coinvolti nello studio hanno compilato un questionario riguardante la familiarità per la patologia tiroidea, l’uso di sale iodato, di disinfettanti iodati e di acqua in bottiglia. Sono stati prelevati 976 campioni di urine e tutti gli scolari sono stati sottoposti ad un’ecografia. Solo una modesta percentuale di soggetti presentano una iodocarenza lieve o moderata e hanno dimostrato delle rilevanti differenze tra le diverse aree. In particolare, il consumo del sale iodato è risultato più diffuso nell’entroterra e in due anni (2008-2010) è aumentato del 18% nell’area costiera e del 26% nell’entroterra arrivando al 72%.
“Tuttavia - spiega il Professor Mohamad Maghnie, I dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che lo stato nutrizionale iodico della popolazione scolare è nettamente migliorato rispetto al passato, anche se persistono differenze significative tra aree costiere ed entroterra e la prevalenza di gozzo è ancora troppo elevata. Questo progetto si inserisce nei programmi di promozione della iodoprofilassi anche nella regione Liguria”.
In conclusione, lo studio mostra un sostanziale raggiungimento della iodosufficienza nella Regione, sebbene almeno fino al 2008 sussistesse ancora, in una parte minoritaria della popolazione scolastica, una carenza iodica lieve e moderata. I dati sull’epidemiologia del gozzo, tuttavia, suggeriscono che il raggiungimento della iodosufficienza è un traguardo recente, in accordo con i dati sul consumo di sale iodato, fenomeno che, seppur in crescita, nel 2010 risulta ancora limitato a poco più della metà della popolazione generale.
Liguria all’avanguardia in pediatria
L’Istituto Giannina Gaslini è attualmente sede della presidenza SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica e della presidenza AOPI, l'Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani.
"Tra le tante iniziative clinico-scientifiche ed innovative a livello nazionale ed internazionale che vengono sostenute o coordinate dal Gaslini – ha annunciato il dottor Paolo Petralia, Direttore Generale dell’ospedale pediatrico genovese - oggi mi fa piacere sottolineare che il Ministero della Salute ha recentemente istituito un gruppo di lavoro sul Piano Nazionale delle cronicità in pediatria nell’ambito de “Patto della salute 2014-2016” costituito da tre personalità di rilievo del mondo pediatrico nazionale, due dei quali il professor Mohamad Maghnie e il professor Alberto Martini operano presso l’Istituto Gaslini, Università di Genova. Il piano prevede l’analisi dei bisogni assistenziali del malato cronico con particolare attenzione alle specificità durante l’età evolutiva, a sottolineare come proprio questa sia la prospettiva di maggiore sviluppo epidemiologico e contestualmente di sperimentazione gestionale in termini di appropriatezza organizzativa e governance clinica " conclude il dottor Petralia.
L’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Endocrinologia Clinica e Sperimentale dell’Istituto Gaslini
L’unità operativa prende in carico circa 5000 pazienti per anno provenienti da tutto il territorio nazionale e da paesi stranieri affetti da patologie del sistema endocrino sia primitive che secondarie. In particolare vengono diagnosticati e curati i disordini della crescita legate a disfunzioni dell’ipofisi, patologie tiroidee compreso lo screening e il follow-up dell’ipotiroidismo congenito, i disturbi della pubertà e la patologia dell’osso.
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Con la siringa pre-riempita gli oftalmologi possono omettere diverse fasi nella procedura di preparazione di una siringa da una fiala, migliorando l’efficienza nella pratica clinica. Queste fasi includono:
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Montaggio dell’ago filtro
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Aspirazione del farmaco dalla fiala mediante l’ago
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Rimozione dell’ago filtro dalla siringa e sua sostituzione con l’ago per iniezione
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La siringa pre-riempita migliora la precisione e la somministrazione della dose corretta ai pazienti. Si accompagna, inoltre, ad una potenziale riduzione del rischio di eventi avversi correlati al mantenimento della sterilità, grazie allo stantuffo non retrattile e al minor numero di fasi di preparazione.
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I pazienti potranno anche beneficiare di una più rapida procedura di iniezione, con meno tempo di attesa e più tempo per l’interazione medico-paziente.
UNA BUONA NOTIZIA PER I MALATI DI ARTRITE PSORIASICA
USTEKINUMAB OTTIENE L’APPROVAZIONE PER L’ARTRITE PSORIASICA ATTIVA
Da oggi i pazienti affetti da artrite psoriasica possono avvalersi della terapia con ustekinumab, che ha recentemente ottenuto l’approvazione e la rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale per questa patologia.
“Grazie al suo innovativo meccanismo d’azione, ustekinumab agisce bloccando due citochine: l'interleuchina 12 e l'interleuchina 23. Si tratta di un nuovo asse che potrebbe avere un ruolo più importante nel trattamento dell’artrite psoriasica, rispetto ai farmaci biologici già disponibili che invece agiscono sugli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF) – dichiara Ignazio Olivieri, Presidente SIR – Società Italiana di Reumatologia. Il vero vantaggio di ustekinumab, rispetto agli altri biologici anti TNF-α, è dato dal fatto che questo trattamento risulta più efficace sia sulla componente psoriasica che su quella muscoloscheletrica. L’approvazione di questo farmaco rappresenta una nuova opportunità di cura per i pazienti ma, in senso generale, anche una nuova ed interessante opzione terapeutica in reumatologia” – continua Olivieri.
Ustekinumab, già approvato per la psoriasi, è dunque il primo di una nuova classe di farmaci biologici ora disponibile per i pazienti con artrite psoriasica attiva. I risultati del programma di sviluppo clinico di Fase III (PSUMMIT I e PSUMMIT II) hanno dimostrato che ustekinumab è efficace nel migliorare e trattare i segni e i sintomi della malattia, in pazienti che non rispondono ad una precedente terapia, di almeno il 20% secondo i criteri dell’American College of Rheumatology.
“In Janssen siamo da sempre focalizzati sulla ricerca e lo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative che possano aiutare i pazienti rispondendo ai quei bisogni clinici non ancora soddisfatti. Fornendo ai pazienti il primo trattamento approvato per l’artrite psoriasica, dall’introduzione delle terapie anti fattore di necrosi tumorale, comunichiamo il nostro impegno nell’area della reumatologia nella quale abbiamo un’importante pipeline in sviluppo avanzato” – dichiara Massimo Scaccabarozzi, Presidente e AD Janssen Italia.
L’artropatia psoriasica è una malattia reumatica infiammatoria cronica, la cui manifestazione cutanea è associata a sintomi articolari come il dolore e il gonfiore. In Italia colpisce circa 600.000 persone che equivale all’1% della popolazione.
E’ una malattia dal quadro clinico molto complesso: può interessare le articolazioni periferiche, le articolazioni degli arti superiori ed inferiori, le inserzioni tendinee (entesi) e può colpire anche la colonna vertebrale. Insorge, generalmente, tra i 20 e i 40 anni ed è presente in circa il 30% dei pazienti affetti da psoriasi.
“Quando alla psoriasi, già pesante per il paziente, subentra l’artrite la situazione può diventare davvero insostenibile. Ecco perchè la diagnosi tempestiva dei primi segnali di artrite psoriasica può aiutare a prevenire o limitare il danno articolare che compare negli stadi avanzati della malattia. – continua Olivieri – La diagnosi in quest’area è particolarmente delicata in quanto, non esistendo
esami specifici da effettuare, è necessario valutare molto attentamente il quadro clinico del paziente e la sua storia familiare per valutare se esiste anche un fattore ereditario di primo grado che lo pone maggiormente a rischio” – conclude Olivieri.
L’artrite psoriasica viene considerata una malattia fortemente invalidante perché può essere causa di disabilità con un conseguente peggioramento della qualità della vita: inizialmente i pazienti, infatti, devono imparare a convivere con la loro nuova condizione ed affrontare le limitazioni che la patologia può imporre nella vita di tutti i giorni.
“Poiché sono molte le implicazioni legate alla malattia, l’obiettivo di cura non è solo quello terapeutico, ma anche quello di garantire al paziente la possibilità di continuare a praticare una vita attiva, sociale e lavorativa. – dichiara Maria Grazia Pisu, Presidente dell’Associazione Malati Reumatici Lombardia e Consigliere-Segretaria ANMAR – Per questo motivo riteniamo fondamentale l’informazione ai medici di base, ma anche ai dermatologi, affinché i pazienti, dopo un primo consulto, possano essere inviati tempestivamente presso i centri qualificati”.
I pazienti affetti da artrite psoriasica oggi hanno ancora reali difficoltà nella vita quotidiana e chiedono di essere tutelati dal punto di vista assistenziale. “Purtroppo – continua Pisu – a tutt’oggi riscontriamo ancora delle importanti carenze in questo senso, basti pensare che l’esenzione per patologia è ferma al 2005 e che da allora non ha subito nessun aggiornamento. Il problema riguarda per lo più i costi legati agli accertamenti post terapia, soprattutto per i farmaci biologici che, pur garantendo una maggiore efficacia, richiedono una serie di controlli successivi al trattamento non previsti dalla vecchia esenzione e che quindi devono essere sostenuti direttamente dal paziente”.
IL PROGETTO "MY PAIN FEELS LIKE..." PRESENTATO A BRUXELLES
Il Progetto “My pain feels like...” è stato presentato oggi in una conferenza presso lo European Economic and Social Committee, con il patrocinio della Presidenza Italiana a Bruxelles. Active Citizenship Network, la rete internazionale di Cittadinanzattiva, ha organizzato la conferenza per presentare le buone pratiche europee nella gestione del dolore cronico, e “My pain feels like...” è stata selezionata come uno degli esempi virtuosi, in questo campo, a livello continentale.
Il progetto “My pain feels like...” è stato presentato da uno dei suoi sviluppatori, il dottor Roberto Casale, del Dipartimento di Neurofisiologia Clinica e responsabile dell’Unità di riabilitazione del dolore dell’Ircss di Montescano (Pavia). L’iniziativa “My pain feels like...” è stata sviluppata in collaborazione con Grünenthal – azienda farmaceutica costantemente impegnata nella ricerca di soluzioni innovative per il trattamento dei pazienti con dolore, ma anche nello sviluppo di progetti destinati a favorire la corretta comunicazione fra medico e paziente. Elemento chiave del Progetto presentato a Bruxelles è il questionario “My pain feels like...”, che aiuta i pazienti a descrivere in modo dettagliato il proprio dolore. La miglior comprensione dei sintomi da parte dei medici, infatti, può favorire una diagnosi ottimale e il trattamento più efficace.
IL CONTO DEI CARBOIDRATI IN UN WEEKEND

A Boario, presso l'Hotel San Martino, ha avuto luogo dal 26 al 28 settembre 2014 un weekend dedicato al counting dei Carboidrati nella dieta del paziente affetto da diabete e in cura con insulina.
Il corso è stato organizzato da ADPMI ( Associazione Diabetici Provincia di Milano) in collaborazione con l'Associazione Camuno Sebina di Esine, la cui presidente, dott.ssa Donata Richini ha guidato i vari momenti di incontro con l'aiuto delle sue valide assistenti, Elisa Bellini, Michela Mazzucchelli, Sonia Palamatti , Erika Pietti, Patrizia Richini, Serena Spadari , Cinzia Toppino:
Da Milano, insieme a un numeroso gruppo di pazienti lombardi e non , è arrivata la Presidente Marisa Mottes, con la mitica e onnipresente Marta Cavalli.
Nella foto una sessione di studio con la dott.ssa Richini e Marta
Annamaria Demartini