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Incontro con grandi personaggi

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MICHELE ROBIN CLAVARINO, IL NUOTATORE DELLE ALPI

MICHELE ROBIN CLAVARINO, IL NUOTATORE DELLE ALPI - Mondopressing Novembre 2014

 

Nel guardare questa foto ho provato brividi di freddo, ma Michele, un impiegato milanese di 60 anni,  in perfetta forma fisica , non la pensa come me, infatti ogni  Capodanno festeggia l'arrivo del nuovo anno con un tuffo nelle acque gelide di qualche laghetto alpino alla presenza della moglie che lo attende sulla riva con tanto di accappatoio, e di tanti amici e curiosi.

- Michele, dove e quando è nata questa passione per i bagni in alta quota ? 

- Ho iniziato a nuotare al lago blu a Cervinia verso gli anni 70, acque fredde ma non estreme. Ho proseguito a farli a quote sempre piu' in alto al lago Balanselmo mt.2800 circa in val d'Aosta.

Dopo di che ho voluto provare  acque ancora piu' fredde in inverno, come il  lago Mortirolo nel 2008 dove per immergermi ho dovuto  tagliare il ghiaccio.
Ho le posibilita' fisiche in quanto ho il sangue piu' fluido del normale e 55 battiti al minuto...
 
- Ma non temi per la tua incolumità fisica ?
 
-  Ogni tanto  vado in ipotermia,  ma lieve e non mi spavento affatto .
   Ho anche un controllo psico fisico notevole che mi permette  di evitare  il panico e la..morte.
 
- Quale sarà la tua prossima "avventura" ?
 
- Per ora sto preparando un incontro con i cittadini di Tradate per il mese prossimo, di cui ti manderò i dettagli che spero pubblicherai e invito fin d'ora tutti i lettori ad unirsi a me nei prossimi tuffi ..gelidi, un abbraccio a tutti.
 
Annamaria Demartini 
08/10/2014

LAURA MAY, GIOVANE IN CARRIERA

LAURA MAY, GIOVANE IN CARRIERA - Mondopressing Novembre 2014

Giovane, bella , simpatica e semplice : queste sono le caratteristiche del primo impatto con la dott.ssa Laura May, da pochi mesi direttore commerciale presso l'Istituto Ganassini S.P.A di ricerche biochimiche per la bellezza delle donne .

Domenico Ganassini di Camerati, Professore ordinario di Chimica all’Università di Pavia, fonda a Milano  nella metà degli anni '30l’Istituto di Ricerche Biochimiche Ganassini.  

 
Laura, dopo una brillante laurea conseguita presso la , è entrata nel Gruppo Heinz, per passare  a , e successivamente a , che ha lasciato pochi mesi fa per assumere la prestigiosa carica di direttore commerciale di Ganassini.
 
 
 

 

28/03/2014

INTERVISTA A FABRIZIO CHINES, IMPRENDITORE SICILIANO

Nella bella cornice della Champagneria di Via Vittor Pisani a Milano, ho incontrato un giovane imprenditore siciliano,  Fabrizio Chines che rappresenta la  terza generazione della famiglia Chines, che insieme alla famiglia Benanti regge le sorti della SIFI fin dal 1935, anno di  fondazione.

Fabrizio conosce molto bene Milano dove si è  laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica ,per poi  trasferirsi  all'estero  per un master nel settore di Corporate Finance e Private Equity, ha iniziato  il suo lavoro in azienda nel 2003, e solo dopo 7 anni è diventao presidente nel 2010 e presidente esecutivo nel 2013.

Da  giugno di quest'anno ha assunto un incarico di grande prestgio :i presidente di AssoSuBaMed, l’associazione di Assobiomedica che riunisce le imprese attive nel settore dei dispositivi medici a base di sostanze. Inoltre, è membro del Comitato di Presidenza di Assobiomedica, della Giunta di Confindustria Sicilia e del Consiglio Direttivo di Confindustria Catania.

A milano ha voluto fare gli auguri di Natale a giornalisti e amici con un dolce omaggio di una famosa pasticcieria catanese .


Dott Chines SIFI è un'azienda che può vantare una forte penetrazione sul mercato italiano dei prodotti per l'oftalmologia, ma che ha sempre avuto una forte vocazione per l'internazionalizzazione: come sono ripartiti attualmente i vostri sforzi tra mercato interno e mercato estero?

Attualmente siamo leader del mercato italiano con una quota, per quanto riguarda il Pharma, che si attesta intorno al 9 per cento, mentre per l’estero è dello 0,7-0,8 per cento. Per il mercato Medtech le quote sono diverse a seconda del tipo di prodotti: nel caso dei fluidi viscoelastici per la chirurgia, siamo al 13 per cento circa. Per fare un raffronto diretto, posso dire che la quota di export copre circa il 20 per cento del nostro fatturato, arrivato nel 2012 a 57,8 milioni di euro. Quando ci confrontiamo con i mercati esteri, non possiamo dimenticarci di essere un'azienda dinamica ma di dimensioni medio-piccole, e che senza dover scomodare l'immagine di Davide e Golia, deve affrontare la competizione con realtà industriali ben più consistenti. Per questo dobbiamo puntare su una strategia diversa, basata anche sulle relazioni personali e fiduciarie con i clinici.



La crisi economica degli ultimi anni ha condizionato pesantemente anche il mercato dei prodotti farmaceutici. È stato così anche per la nicchia del mercato dei prodotti oftalmologici?

Certamente sì. La fase economica globale iniziata con la crisi finanziaria globale che ha coinvolto – e non poteva esse altrimenti – anche il settore farmaceutico. Il gruppo SIFI ha dovuto affrontare una ristrutturazione industriale e finanziaria molto pesante, che è costata molto. Ne stiamo uscendo concentrandoci sul core business, vendendo quindi gli immobili non strumentali, e dismettendo tutte le attività e le partecipazioni non profittevoli o non strategiche. L'attività produttiva è stata rivista completamente, dismettendo l'impianto di Treviso, dedicato alla strumentazione diagnostica, per concentrare l'attività nello stabilimento di Catania. Anche gli accordi sindacali per la riduzione dei costi del personale sono stati dolorosi, ma hanno consentito di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali di circa 360 dipendenti.



Uno sguardo al futuro: quali sono le prospettive di sviluppo di business per SIFI?

Ora che abbiamo ristrutturato il debito, possiamo dire di vedere la fine del tunnel e di poter guardare al futuro con un cauto ottimismo. Si può aprire ora una nuova fase di sviluppo, puntando ai mercati esteri in cui la nostra penetrazione per ora si è mantenuta limitata. In Russia per esempio siamo in fase di rilancio, grazie a due nuovi prodotti: una lacrima artificiale e un antibiotico. Quest’anno sono stati inoltre siglati importanti accordi commerciali in Europa, Cina e India per le nostre lenti intraoculari e gli altri prodotti Medtech. La pipeline di prodotti in entrambe le aree è comunque robusta e guardiamo con ottimismo ai prossimi lanci. L'idea rimane comunque quella di rimanere nell’area oftalmologica, come da nostra tradizione.



Lei ricopre attualmente un ruolo importante anche all'interno di Assobiomedica. Quali sono le problematiche che intende affrontare nel prossimo futuro?

L’associazione che presiedo rappresenta gli interessi delle aziende operanti nel settore dei dispositivi medici a base di sostanze farmaceutiche, cosmetiche, alimentari. In effetti  AssoSuBaMed,altro non è che l’acronimo della definizione inglese “Substance Based Medical Devices”. Questo è un segmento in grande evoluzione e potrebbe fornire un contributo significativo alla crescita industriale.

Guardiamo con grande attenzione, come del resto tutta l’industria dei medical device, all’iter legislativo del nuovo Regolamento Europeo dei Dispositivi Medici che potrebbe avere un impatto negativo sulla rapidità di accesso alle nuove tecnologie mediche da parte dei pazienti europei. Dall’altro lato, non riteniamo che questa possa avere un impatto positivo sulla sicurezza che è già garantita dall’attuale normativa, a parte casi di frode noti all’opinione pubblica che nessuna legge o regolamento potrebbe efficacemente prevenire. Per le aziende produttrici di dispositivi medici a base di sostanze la preoccupazione sui potenziali impatti, anche occupazionali, è forte. 

A cura di Annamaria Demartini

 

 

30/12/2013

“SERGIO MEI: SOBRIETA’ ED ELEGANZA”

“SERGIO MEI: SOBRIETA’ ED ELEGANZA” - Mondopressing Novembre 2014

Premio alla carriera all 'Excutive

 

Chef del Four Seasons Hotel

 

 “C’è un tempo per parlare e c’è un tempo per ascoltare”. Mi sembra di sentire la canzone di Ivano Fossati - C’è tempo -, quando a metà dell’intervista Sergio Mei sottolinea l’importanza nel lavoro quotidiano, l’equilibrio tra il proporre e il prestare attenzione e l’obbedire. In medio stat virtus ed anche la capacità di saper reggere il timone. E’ strano come una semplice frase o un istintivo movimento ci permetta di riconoscere chimicamente una persona. In effetti quando alla presentazione della “Guida dei Ristoranti 2014 de Il Sole 24 Ore” ho visto Sergio Mei ricevere il Premio alla carriera, ho percepito immediatamente la persona dal pudore di ritirare questo premio così ambito. Una sobrietà ed eleganza che si esprime in un sorriso accenato e in un semplice e regale grazie. Questo si riflette nei suoi piatti e nella sua cucina. Una cucina che non vuole stupirci con effetti speciali – come quella di molti chef mediatici – ma donarci il piacere e la gioia del mangiare e del cibo. Gli domando come si fa a riconoscere il talento quando si hanno quasi 100 collaboratori da coordinare e da dirigere. Umiltà, curiosità e piacere di fare le cose, questi secondo lo Chef sardo sono i tre elementi che distinguono la “stoffa” e le doti di una persona. La Sardegna è la sua terra d’origine e di conseguenza non posso esimermi dal porre una domanda sulla recente tragedia. E con entusiasmo mi parla del progetto che avrà inizio dopo le festività natalizie. Una serie di eventi che avrà il compito di trasmettere attraverso la cucina sarda la cultura, l’arte e la musica della sua isola natia. “ Quando tutti terminano, noi iniziamo.Quando dell’alluvione che ha colpito i miei conterranei non si parlerà più alla televisione o sui giornali, voglio essere presente con questa iniziativa”. Una presenza discreta e che appare nei momenti “veri” , quelli che contano. Come per il cliente, che Sergio definisce ospite, la presenza non deve essere esagerata, non deve soffocarlo, al contrario il nostro lavoro delle circondarlo di attenzioni, rispettando la sua privacy. Sergio aggiunge quando è importante che questo concetto sia trasmesso alle persone con cui si lavora. Lo Chef mi fa un esempio concreto parlandomi della puntualità. “Ogni volta che mi capita di essere in ritardo, telefono ed avviso perché ci sono i miei collaboratori che mi aspettano. Il rispetto del lavoro altrui è fondamentale, se vuoi essere un leader ed essere autorevole”. Sergio Mei parla di alcuni momenti difficili nella sua vita, come quando nel lontano 1983 si è trovato senza una casa, senza un ristorante e senza amici e di come abbia ricominciato o di come quando un virus lo abbia piegato, ma sia rinato più forte di prima. “Tutto questo mi ha insegnato a reinventare la quotidianità. Credo tutto questo abbia origine dalla mia isola natia. In Sardegna c’é sempre il vento, ovunque. C’é vento nelle spiaggie, nelle strade, nelle brulle montagne, c’è vento anche in casa. Questo vento mi spinge, mi esorta a cambiare, per esempio a rinnovare il modo di fare un spaghetto al pomodoro, utilizzando gli stessi ingredienti”. Ed aggiunge: “quando mi capitano delle giornate storte e sono negativo, per qualsiasi motivo, mi faccio da parte, lascio spazio al positivo”.

Se è vero il principio del il filosofo Feuerbach che “noi siamo quello che mangiamo” è altrettanto vero che quando siamo in un ristorante ed assaporiamo il piatto di uno chef, condividiamo la sua essenza. Chi è, cosa pensa della vita e come si comporta con la gente lo percepiamo nella sua proposta culinaria.

E questo succede naturalmente e sublimamente con Sergio Mei.

 

Baldassarre Aufiero

22/12/2013

ANGELO CAROLI , FONDATORE DI LUXURY WORLD ITALY

ANGELO CAROLI , FONDATORE DI LUXURY WORLD ITALY - Mondopressing Novembre 2014

 Il nome Angelo Caroli è legato ad un brand,famoso in tutto il mondo e legato alla salute e al benessere. Al  giorno d'oggi “salute e benessere” ha  un trend decisamente in crescita,uno dei pochissimi in questo periodo di crisi. 

Angelo Caroli, dopo una lunga esperienza negli Stati Uniti, ha elaborato una metodologia specifica e avanzata nel settore del fitness e della cura del corpo, innovando in qualità e idee lo standard del settore, mirando all’applicazione di un sistema tale da poter parlare di “metodo Angelo Caroli”: un metodo personale per conquistare e mantenere la forma, non solo fisica, armonizzando i tre aspetti essenziali della vita, il corpo, l’intelletto, la psiche. 

Una delle peculiarità del metodo ideato da Angelo Caroli oltre 20 anni fa, è quella di una costante e continua attenzione individuale volta al raggiungimento di un equilibrio armonico del singolo.  

  

Angelo Caroli, attraverso la sua formula vincente di wellness "made in Italy" , è riuscito anche a guadagnare la fiducia del pubblico straniero; infatti, la forza del gruppo, è costituita dalla capacità di una costante attenzione verso i più innovativi modelli americani ma che si distinguono da questi proprio perché modellati e ripensati da Angelo Caroli per raggiungere quello che chiama “il core”, ovvero  quell’equilibrio tra mente e corpo che si fonda su uno stile di vita tutto made in Italy 

Una grande intuizione : il metodo Angelo Caroli è costantemente frutto di sperimentazione sul campo. Da giovane atleta– a sei anni praticava già arti marziali – e da attento osservatore dei fenomeni del wellness oltreoceano, Angelo Caroli ha saputo sperimentare e formulare quello che oggi viene tanto ricercato da scienziati, medici e specialisti della salute:una formula del benessere in linea con il nostro tempo.  

Il nostro sistema di lavoro dipende dalla comunicazione interiore più che da quella verbale ” sostiene oggi, da imprenditore di fama internazionale nel settore del fitness, mentre spiega come nel rapporto trainer-cliente si assista ad un vero e proprio trasferimento di benessere. 

Un mondo sempre più grande ma sempre più fedele alla filosofia del fondatore: amare se stessi, amare il corpo, amare la mente.  

Da oltre vent’anni l’imprenditore dello star bene made in Italy, osserva comportamenti e stili di vita, li corregge e si guadagna la gratitudine di quanti ritrovano, con la forma, la felicità e l’autostima  

  

30/11/2013